Lo yoga dinamico, chiamato ufficialmente Vinyasa yoga, è uno stile abbastanza moderno che si sta diffondendo sempre di più sia in Italia che in altri Paesi occidentali. Chi non pratica, spesso non sa quale stile di yoga scegliere perché non sa quali sono le differenze e per questo ho deciso di parlare un po’ dello stile che insegno, che è il mio preferito.
Quando si parla di yoga una delle frasi ricorrenti è “mi annoio”, “è troppo lento”, “ho bisogno di qualcosa di più movimentato”. In realtà, queste frasi sono ormai anacronistiche, dato che proprio per questo si son diffuse negli ultimi tempi pratiche di media e alta velocità, in cui si suda e non si ha nemmeno il tempo di ricordarsi come ci si chiama.
Primo tra tutti il Power Yoga: come dice la parola è uno stile veloce e molto attivo. Personalmente ogni tanto lo pratico, ma penso che sfoci un po’ troppo nell’esercizio fisico e non nella pratica yoga come la intendo io. Lo Yoga Dinamico cos è? E’ uno stile di yoga attivo e per me è il perfetto connubio tra un’attività dinamica e di allungamento.
Cos’è il Vinyasa Yoga
Lo yoga vinyasa, in italiano adattato come yoga dinamico, è uno stile di yoga che si distingue dagli altri per alcune caratteristiche:
- abbina un respiro a ogni movimento
- è costruito in sequenza libera, i cosiddetti flow
- deriva dalla tradizione dettata da Krishnamacharya, uno dei maestri più importanti dello yoga inteso non solo come pratica di posizioni (asana) ma in un senso più ampio
- nel mio caso, segue degli allineamenti precisi dettati dagli insegnamenti Iyengar
- include sempre i saluti al sole
- termina sempre con il shavasana, il rilassamento finale, simile a una meditazione
La respirazione
La respirazione nello yoga è uno dei pilastri fondamentali. Il pranayama, infatti, è uno degli stadi dello yoga descritti da uno dei padri dello Yoga, Patañjali. Pranayama significa controllo del respiro e si basa su tre momenti
- espirazione
- inspirazione
- ritenzione a polmoni pieni (antaranga kumbhaka)
Attraverso il controllo della respirazione non solo riusciamo a sfruttare a pieno i polmoni, andando a incamerare più aria e più a lungo, apportando ossigeno a tessuti e organi, ma incidiamo anche sul battito cardiaco che si calma e si regolarizza e di conseguenza anche sulla mente. Per questo, spesso dopo una lezione di vinyasa yoga ci si sente calmi, in pace col mondo e resettati da ogni forma di stress.
“La scelta di giusti modelli ritmici della respirazione profondi e lenti, rafforzano il sistema respiratorio, calmano il sistema nervoso e riducono la bramosia. La mente si libera e diventa un mezzo adatto per la concentrazione. L’emotività influisce sul ritmo del respiro e lo trasforma in rapido, poco profondo e incontrollato. Il controllo del respiro permette il controllo della mente. Dato che lo scopo dello Yoga è calmare e controllare la mente, lo Yogi apprende la tecnica del Pranayama per dominare il respiro, in modo da controllare i sensi, raggiungere così lo stato di Pratyahara e predisporsi per dhyāna (meditazione).”
Nella pratica di yoga vinyasa, possono essere introdotte anche vere e proprie tecniche di respirazione a inizio o fine pratica o una in particolare (la respirazione Ujjayi) accompagna l’intera pratica.
Le sequenze
Cosa si intende per sequenza? Non è altro che un insieme di posizioni collegate tra loro da movimenti fluidi e respiri precisi. Ad esempio, dalla posizione della montagna si portano le mani su con un’inspirazione e successivamente ci si flette in avanti in un allungamento (uttanasana) con un’espirazione. Questo è un esempio di come due posizioni vengano unite dal respiro.
Le sequenze di vinyasa yoga di solito includono vari tipi di posizioni tra cui le posizioni di equilibrio, gli inarcamenti, gli allungamenti in avanti, le inversioni oltre a varie altre posizioni di riscaldamento o di rafforzamento del core. Per un’idea più precisa sulle posizioni yoga vi rimando al mio articolo in merito.
Alcune delle sequenze che sicuramente avrete sentito nominare e che sono sempre incluse nelle pratiche sono i Saluti Al Sole, che possono essere di tre o più tipi diversi: A, B, Hatha. In molti casi vengono proposti nella prima parte della lezione e sono anche usati come ispirazione per altre sequenze.
Ogni insegnante prima della sua lezione costruisce la sua sequenza inserendo determinate posizioni e ripetizioni di vari pezzi di sequenze e normalmente sceglie di focalizzare la pratica su:
- un determinato scopo, come ad esempio l’apertura delle anche o l’apertura delle spalle, etc
- un tema, ad esempio i chakra, gli equilibri, il rilassamento, il detox, l’attivazione etc
Cosa ci si deve aspettare da una lezione di Vinyasa Yoga
Una lezione di yoga dinamico non è mai uguale all’altra. Come avete visto varia a seconda di quello su cui si vuole lavorare in quell’occasione, ma sicuramente anche a seconda dell’insegnante. Ci sono insegnanti più incentrati sul respiro, sull’allineamento o sul fluire della pratica e in più ogni insegnante ha il suo stile.
Pur essendo lo stesso stile, può capitare che una lezione ci piaccia da matti e un’altra lezione, con lo stesso insegnante o più probabilmente con un insegnante diverso, non ci piaccia per niente. Ognuno di noi intende lo yoga diversamente, ha delle preferenze e lo vive secondo dinamiche personali. Per questo consiglio sempre di provare insegnanti e scuole diverse, oltre che stili diversi.
Di sicuro, dopo una lezione di vinyasa yoga ci si sente bene. Non per modo di dire, io mi sento davvero Bene: anche dopo una giornata stressante al lavoro, dopo una lezione magari dalle 20 alle 21.30, mi sento come se mi fossi appena svegliata in una giornata in vacanza. Avete presente quella sensazione in cui ci si sveglia non avendo nessuna preoccupazione per la mente, nessun pensiero, nessuna tensione? Dopo una pratica io mi sento così. Sono totalmente rigenerata, perché per 60 o 90 minuti ho svuotato la mente dal mio contesto, da pensieri su passato e futuro e mi son concentrata solo sui movimenti e sul respiro, sudando via le tossine e distendendo i nervi.
Ma cosa vuoi di più dalla vita? 😛
