Una delle sfide più grandi è quella di essere positivi e ottimisti. Scopriamo perché funziona davvero e come provarci.
Il famoso bicchiere mezzo pieno, quell’attitudine positiva e ottimista che è difficile non solo da trovare ma anche da mantenere. Istintivamente, molti di noi sono sempre in allerta e si concentrano sulle minacce di tutti i giorni e sulle preoccupazioni da risolvere, come se dovessero prepararsi sempre al peggio. Il meccanismo alla base è quello di pensare a tutti gli scenari possibili e scoprire gli inghippi che potrebbero andare storti, in ogni situazione.
Da cosa nasce questo? Sicuramente da una buona dose di paura e di insicurezza, che non ci permettono di rilassarci e vivere positivamente le nostre giornate. A volte non ci si rende conto, ma siamo influenzati da un pessimismo di base che paralizza le nostre scelte e non ci permette di andare oltre noi stessi.
Perché dobbiamo essere positivi
Essere ottimisti non fa bene sono allo spirito, ma anche alla salute del nostro corpo! Chi ha sempre pensieri negativi e scoraggianti è accompagnato spesso da un velo di depressione e tristezza, che include negativamente sulla salute: il sistema immunitario, il sistema cardiovascolare, le infezioni e addirittura lo sviluppo di tumori sono fortemente influenzati dalla nostra salute mentale.
Vi sembra così assurdo? Davvero pensate che il nostro corpo sia totalmente estraneo alla mente? Vi rivelo un segreto: la scienza studia da anni la psicologia positiva! Vista inizialmente come una scienza frivola e inutile, nel tempo si è fortunatamente arrivati alla conclusione che la forza del pensiero positivo è persino “life-changing“. Se volete più dettagli cliccate sul link al fondo!
Il motivo alla base, che spiega molto bene Goleman nel suo libro Intelligenza emotiva, deriva da un fatto ben preciso. Quando il nostro corpo fa fronte a una reazione a uno stress, il sistema immunitario si mette in pausa, per dare precedenza al resto. Va da sé capire che una persona periodicamente stressata avrà un sistema immunitario nel complesso più debole. Per questo, sarà più suscettibile all’attacco di virus e batteri, ugualmente presenti ma più minacciosi in un corpo indebolito.
Cosa dobbiamo capire
Per quanto mi riguarda, ho capito che le cose brutte succedono a tutti e che, volente o nolente, bisogna accettare il fatto che possano succedere. Molti dicono di non essere fortunati e sono rassegnati alla loro sorte di “sfigati”, ma siamo sicuri che la fortuna c’entri qualcosa? La differenza alla base tra ottimisti e pessimisti è una: i pessimisti sono conditi da una buona dose di vittimismo, non si sforzano mai di cambiare la situazione e accettano tutte le sfortune che gli capitano, provando quasi gusto a raccontarlo a tutti. Gli ottimisti, davanti ai fallimenti o le sfortune, non si arrendono e decidono di non accettarle, le combattono e imparano da ogni situazione.
- Avere un’attitudine positiva permette di non scoraggiarsi, di trovare più facilmente una soluzione ai problemi e quindi di saper affrontare con mente più lucida le situazioni difficili
- Restando ottimisti, possiamo notare anche i lati positivi che derivano dalle situazioni negative. No, non è così difficile! Sfido chiunque di voi ad analizzare ogni situazione negativa e a non trovare nemmeno un risvolto positivo!
Perché siamo spesso negativi
Concentrarsi sulle emozioni positive non è facile, vengono percepite come scontate e la gioia per un bell’avvenimento tende a svanire in fretta. Al contrario, se succede qualcosa di brutto ci rimuginiamo a lungo e siamo capaci di rovinarci giornate se non settimane o mesi interi.
A differenza delle emozioni positive, che non generano reazioni automatiche, tutti i tipi di emozioni negative solitamente implicano una reazione: la rabbia porta al bisogno di attacco, la paura alla necessità di scappare e via dicendo.
Dietro a queste reazioni sta anche una risposta fisica, preparatoria alla reazione: il sangue fluisce verso i muscoli, etc etc. Ecco che quindi le emozioni negative ci si presentano come una risposta a situazioni di “minaccia” e come soluzione ai problemi. Al contrario, inconsciamente le emozioni positive sembrano quasi superflue e non destinate ad uno scopo, se paragonate a quelle negative.
Dove sta la chiave di volta? Le emozioni positive non risolvono problemi immediati, ma sono rilevanti nel lungo periodo: permettono e invogliano la nostra crescita personale, ci aiutano a sviluppare i modelli di comportamento e ampliare le nostre risorse personali costruendo un set di abilità sempre maggiori.
Grazie allo studio di Barbara Fredrickson, è stato provato che le persone che provano emozioni positive (e le notano!) tendono più a guardare ai fatti più globalmente, considerando tutti gli aspetti delle cose senza soffermarsi solo su fatti e dati particolari.
Quali sono gli esercizi da fare?
E’ chiaro a questo punto che lo sforzo è quello di guardare al rovescio della medaglia, di avere fede in noi stessi e nel nostro destino e di non perdere mai il giusto spirito. Cerchiamo sempre di non ingigantire i nostri problemi e di pensare positivo, la nostra salute ci ringrazierà!
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Fonti: http://www.americanscientist.org/libraries/documents/20058214332_306.pdf

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