Decidere di diventare insegnante di yoga è stato un passo spontaneo nel mio percorso. A poco più di una settimana dalla fine di questa esperienza, vi parlo del come, perché e dove ho fatto tutto questo.
Era da più di un anno che pensavo e ripensavo alla possibilità di prendere il certificato per diventare insegnante di yoga. La mia indecisione iniziale non stava tanto nel certificato in sé, ma solamente nell’impegno richiesto per prenderlo. Lavorando a tempo pieno, dedicare tutta me stessa a un corso extra lavoro non era facile, sopratutto perché ci tenevo a farlo bene, impegnandomi il più possibile.
Una volta smarcati alcuni impegni personali, a Settembre ho deciso di fare questo passo e dedicarmi a me, facendomi un regalo. Mi sono iscritta al corso per insegnanti di yoga per tanti motivi: da un lato perché sapevo mi sarebbe piaciuto condividere con gli altri quello che vivo io durante la pratica, dall’altro perché sentivo che faceva parte del mio percorso yoga.
Nonostante non voglia stravolgere la mia vita, ora che sono effettivamente diventata insegnante di yoga mi piacerebbe riuscire a introdurre nella mia vita di tutti i giorni questo lato, perché ho scoperto la bellissima sensazione e soddisfazione di dare qualcosa agli altri.
Durante una pratica di insegnamento le dinamiche sono molto diverse da quelle a cui ero abituata come studentessa. Quando pratichi normalmente pensi solo al respiro e alle posizioni, e non hai bene idea di tutto quello che ci sia dietro, di tutto quello a cui un’insegnante pensa per fare in modo che tu possa fluire sul tappetino.
Il mio teacher traning
Ho scelto di prendere un certificato di Yoga Dinamico, ossia Vinyasa, alignment focused. A Milano c’erano diverse scelte, ma dato che questo era lo stile che ho praticato più spesso, mi è sembrata l’opzione più coerente. Nello specifico, per chi è di Milano, l’ho fatto da Bali Yoga.
E’ durato solo due mesi, ma proprio per questo sono stati molto intensi e impegnativi. Ricordo ancora il primo weekend, ero totalmente sconvolta e assolutamente incerta sulla riuscita del mio percorso per le tantissime cose a cui pensare: imparare gli allineamenti, i nomi delle posizioni in sanscrito, filosofia, anatomia, pranayama e l’impegno fisico vero e proprio (200 ore in 2 mesi non sono poche!).
Detto questo, dopo il primo weekend in realtà è andato tutto più o meno in discesa ed è stata un’esperienza davvero stupenda! Non lo dico tanto per dire, ora che è finita già mi manca. Ogni giorno imparavo tantissime cose e scoprivo un mondo dietro anche le posizioni più semplici. Quando poi si è trattato di imparare le sequenze e iniziare a insegnare davvero è iniziata la parte più tosta ma anche più bella.
Perché devi farlo
Se ci stai pensando anche tu, la risposta è fallo. Per me è stato un passo enorme nella mia pratica e nel mio percorso personale. Imparare a insegnare è il “fine ultimo” e quando finisci il corso effettivamente sei in grado di fare le lezioni trovando man mano il tuo stile. Ma c’è molto di più: non è come prendersi un certificato per insegnare zumba, con tutto il rispetto per la zumba (che adoro). Prendersi il certificato per insegnare yoga, a parte il pezzo di carta, è un cambiamento che ti porti dietro e che a livello personale ti arricchisce.
Io sono sempre stata interessata agli aspetti di filosofia indiana, come molti di voi sapranno, e poterli condividere con le insegnanti e con le mie compagne è stato molto diverso. Ho finalmente trovato altre persone che condividono questo stile di vita con le quali confrontarmi.
Ora che sono insegnante posso essere utile alle mie amiche, alla mia famiglia e a tutti quelli che attorno a me desiderano praticare, sopratutto magari fuori dal contesto milanese. Aver preso un certificato che non solo insegna la parte pratica ma anche la parte teorica, però, mi permette anche di lavorare su me stessa e aiutare chi mi sta intorno a lavorare su sé stessi.
Cose da sapere
- Ogni teacher training è diverso, sia a livello organizzativo sia di insegnamento, dato che esistono molti tipi diversi di yoga e ogni insegnante dà le proprie indicazioni.
- Nel mio caso ci sono stati richiesti anche dei “compiti a casa”, che sono time consuming ma molto utili
- Non tutti sono pronti a fare questo passo nel momento in cui credono di esserlo. Prova a capire se è davvero il momento giusto per te, devi poter dare il 100% staccando dalla tua vita lavorativa e anche dalla tua vita personale e sociale. Devi poter pensare solamente a te.
- Dopo che finisce, qualcosa cambia. Per me è stato così, e l’idea di tornare alla vita di prima di tutti i giorni mi ha fatto quasi storcere il naso. Sento il bisogno e il desiderio di continuare questo mio percorso e dedicarmi molto di più allo Yoga in senso esteso, che comprende sia la parte fisica che non.
Di cosa più sono soddisfatta
Sono felicissima di aver legato con persone con un cuore enorme, e parlo sia dei compagni che degli insegnanti. A volte è stata dura, perché un po’ come a scuola gli insegnamenti son stati tosti. Ma a differenza della scuola, forse perché siamo persone grandi, lato umano mi sono sorpresa per quanto abbiamo condiviso in così poco tempo e per tutto quello che ci siamo dati.
Nei momenti più duri ho visto una purezza e una spontaneità che raramente nella vita “normale” ho visto. Piano piano mi son sentita parte di una famiglia che condivideva gli stessi valori e gli stessi interessi e che mi capiva appieno.
Sono soddisfatta di me stessa, per essere riuscita a impegnarmi al massimo.
Sono felice di aver fatto questa scelta per me stessa, per avvicinarmi un po’ di più alla persona che voglio essere domani, non smettendo mai di migliorarmi, di imparare e di scoprire.
Namasté <3
