Hai mai sentito parlare di restorative yoga? Come dice la parola, è uno stile che riequilibra il corpo, libera dallo stress e rilassa le tensioni preparandoci per la meditazione. Ma vediamo tutti i dettagli!
Restorative yoga: definizione e origini
Lo yoga restorative è un tipo di yoga che porta al rilassamento fisico, mentale ed emotivo. Adatto a tutti i livelli, prevede l’uso di props (supporti yoga, ci soffermiamo più avanti su questo) per una pratica lenta e incentrata sul respiro.
Molto vicino allo yoga terapeutico, questo stile di yoga restorative incentiva la guarigione del corpo, stimolando il sistema nervoso parasimpatico. Aumentando i tempi delle posizioni e la durata del respiro (una posizione è tenuta in media 5 minuti), aiuta a portare l’attenzione all’interno e recuperare la calma e la pace interiore.
Derivante dagli insegnamenti di Iyengar, uno tra i più famosi maestri nello yoga, è considerato una forma di rilassamento attivo particolarmente propizia alla meditazione.
Benefici
Tra i benefici del restorative yoga possiamo includere:
- rilassamento mentale ed emotivo, come detto, grazie all’abbassamento dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress
- miglioramento di stati di ansia e stati depressivi
- riduzione del dolore cronico, tra cui emicranie e mal di schiena
- riduzione fino a scomparsa di insonnia e problemi del sonno, miglioramento della qualità del sonno
- maggior energia durante la giornata e minore percezione della fatica
- risoluzione o miglioramento di condizioni di salute specifiche, come infortuni o patologie come ipertensione e malattie cardiovascolari
- stimolazione del sistema immunitario e del sistema endocrino
A chi è rivolto
Tutti possono praticare il restorative yoga, compreso chi non ha esperienza con lo yoga o chi ha particolari difficoltà nei movimenti o ha poca flessibilità. A seconda dell’insegnamento, si può optare per una pratica generalista volta al ritrovamento del proprio benessere, o per una pratica mirata alla cura di un particolare disturbo.
Cosa non è
Nonostante il suo ritmo lento e rilassante, non è comparabile a una sessione di stretching né allo Yin yoga. Infatti, se da un lato si mantiene comunque un ritmo cardiaco leggermente più alto del riposo – che porta allo smaltimento lento e costante di tossine e lipidi – dall’altro, rispetto allo yin yoga, lo scopo della pratica è incentrato non solo sulla flessibilità ma sul recupero generale delle nostre condizioni ottimali.
L’uso dei supporti yoga nel restorative
Abbiamo visto che si usano spesso supporti per questa pratica, dato che vogliamo mantenere più a lungo le posizioni e i supporti ci permettono di farlo in un modo che sia rilassante e calmante. Tieni presente che in molti casi i diversi supporti possono anche essere usati insieme. Vediamo i supporti utilizzati:
CINGHIA YOGA
Le cinghie, conosciuti anche come strap, aiutano negli allungamenti, come padangusthasana e janu sirsasana e sono utili anche per alleviare tensioni in particolari posizioni, come supta baddha konasana. E’ molto importante regolarle correttamente e posizionarle nel modo giusto, in modo che la parte metallica non aderisca direttamente alla pelle. Tra i miei usi preferiti della cinghia c’è paripurna navasana, la posizione della barca supportata.
BLOCCHI YOGA
I blocchi possono essere in legno o in schiuma. I blocchi in legno sono usati per tutti i tipi di posizioni. Nelle posizioni sedute e in piedi sono utili per supportare gambe e ginocchia, poggiare i palmi delle mani o aumentare la distensione per le torsioni sedute. Nei piegamenti in avanti come uttanasana il blocco può supportare sia la testa che le mani.
I blocchi sono usati anche per il pranayama a supporto della schiena, per aumentare l’apertura del petto. Particolarità dei blocchi, chiamati anche mattoncini, è la diversa altezza (a seconda che si metta in verticale, orizzontale o si giri di lato) che può essere regolata secondo le proprie esigenze.
BOLSTER
I bolster sono supporti molto utili, somiglianti a un cuscino allungato ma tondo ai lati, che aiutano al rilassamento del corpo e all’allungamento. Normalmente sono riempiti di cotone piuttosto denso, circa 60×23 cm e pesano 3kg. In alternativa, si possono usare dei cuscini.
COPERTE
Nel restorative si usano anche coperte arrotolate o piegate per supportare la schiena, aprire il petto nelle posizioni sulla schiena e nel pranayama o supportare la testa e le spalle nelle inversioni (ad esempio nella candela). Le coperte danno spessore nelle asana sedute, aiutando a mantenere la schiena dritta e lunga ed eventualmente correggere problemi posturali. Quando arrotolate, sono utili anche per gli inarcamenti (aiutando a diminuire la pressione sul petto). Sono consigliate coperte di cotone piuttosto spesse e ripiegate più volte a seconda delle posizioni.
Per le posizioni sedute o le torsioni ti consiglio di ripiegarle sulla metà 4 o 5 volte (su coperte di circa 2 metri x 1,2) mentre per arrotolarla puoi piegarla a metà per 4 volte e poi arrotolarla su se stessa.
SEDIA
Spesso poco conosciuto è l’uso di una sedia nello yoga. Le sedie normalmente più utilizzate sono le classiche sedie pieghevoli in metallo, con schienale aperto, che ti permette di far passare le gambe attraverso. Tra le posizioni che possono utilizzare la sedia, ad esempio, la candela oppure viparita dandasana. Utili anche nelle torsioni sedute. Unica nota, assicurati che la sedia resti completamente stabile.
SGABELLI E TAVOLINI
Infine, possono essere usati anche altri strumenti come sgabelli e tavolini per supportare le posizioni. Un esempio? Halasana supportata o anche ustrasana – la posizione del cammello. Entrambe non solo con tavolino/sgabello ma anche con bolster e coperte.
Nonostante ci siano indicazioni su come usarli, l’intento è quello di rendere più comode le posizioni, quindi sentiti libero di adattare leggermente l’uso dei supporti al tuo corpo.
Ecco una mia lezione:
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