Cosa significa fare un’analisi SEO
Quando si apre un blog o un sito o in generale si vuole migliorare l’andamento di un sito, ci sono diverse attività da portare a termine e ripetere nel corso del tempo all’interno dell’analisi seo. La SEO (search engine optimization) è l’ottimizzazione dei risultati sui motori di ricerca – di solito google. Fare un’analisi SEO significa studiare vari aspetti del sito web in modo da capire cosa correggere, migliorare, cambiare o su cosa puntare.
Grazie a un’analisi SEO sarà possibile migliorare l’andamento del sito in modo che sia posizionato meglio nella serp (quindi la pagina con i risultati su google) e di conseguenza cliccato e visualizzato.
Come dicevo prima, l’analisi SEO va ripetuta nel tempo, sia perché se hai un sito web si presuppone che lo aggiorni spesso – quindi ci sono sempre cambiamenti nei tuoi stessi contenuti – sia perché google è estremamente dinamico e variabile. Infatti, se oggi appari tra i primi 5 risultati per una certa parola chiave, non è detto che domani sarai ancora lì.
Come fare un’analisi SEO
Per fare un’analisi SEO ci sono diversi strumenti online che puoi utilizzare. I più conosciuti sono: SeoZoom, Semrush e Ubersuggest. I primi due sono a pagamento nella versione completa ma sono anche i più potenti. Se puoi scegliere, ti suggerisco Seozoom. In ogni caso, potrai notare che i risultati variano a seconda della piattaforma. Anche questo è un dettaglio non da poco, che mi lascia sempre in dubbio, ma ti consiglio di prendere il range e di usare i dati ottenuti come “stima”. Sarebbe a dire, se seozoom ti dice che hai 24 backlinks e invece a semrush risultano 46…è quasi il doppio, ma è pur vero che resta in entrambi i casi un range abbastanza basso, quindi l’indicazione sarebbe la stessa (aumentali!).
Vediamo punto per punto cosa prendere in considerazione:
Analisi dominio
Tra le prime cose da fare durante un’analisi SEO c’è l’analisi del sito web. Infatti, per poter sapere cosa migliorare e cosa cambiare dobbiamo partire da un punto di partenza della situazione attuale del sito. I parametri che si prendono in considerazione sono: keyword posizionate, traffico mensile e indicativamente l’authority/rank.
1. Keyword posizionate
Quando si scrive un contenuto è fondamentale che sia costruito intorno a delle keyword (parole chiave) in modo che Google capisca l’argomento che stai trattando. In base alla keyword che hai scelto, google posizionerà il tuo articolo in prima pagina, seconda e così via. Ovviamente, più stai in alto meglio è: davvero in pochi arrivano alla quarta o quinta pagina di ricerca di google quando cercano qualcosa! Arrivare tra le prime posizioni è difficile, sopratutto se scegli un tema poco specifico o molto discusso.
Non conta solo il tema però, ma la parola chiave che hai scelto. Su questo torneremo più avanti a proposito dell’analisi keyword.
Tieni presente che più keyword posizioni nelle prime pagine di ricerca più google ti premia e aumenta la fiducia nel tuo sito. Ovviamente è google stesso a decidere in che posizione farti apparire, ma questo dipende dalla qualità della keyword.
-> Per avere risultati apprezzabili, è consigliato posizionare almeno una decina di keyword in prima pagina. NB. le keyword meglio posizionate sono all’interno dei primi 10 risultati (senza contare le adv). Più keyword posizioni meglio è (oltre che dove le posizioni) ma conta che un buon numero potrebbe essere stimato intorno oltre 1k, anche se è molto generico perché dipende dalla qualità delle stesse.
2. Traffico mensile
Rappresenta il traffico sul sito ma ahimé è un dato estremamente errato per quello che mi riguarda, su tutte e 3 le piattaforme. Non so quale sia il motivo. Direi di non prendere in considerazione quello proveniente da questi siti ma di affidarsi a google analytics e/o alle statistiche di Jetpack. Tienilo sempre sotto controllo per capire quale contenuto funziona di più ma anche quando i tuoi lettori sono più attivi, oltre che da dove provengono (organici, diretti, social, newsletter, etc).
3. Authority/rank
Questo è un parametro relativo, decidi tu se dargli peso o no. Lo puoi considerare come un’indicazione di quello che potrebbe essere il modo in cui google considera il tuo sito, ma non è detto che i risultati siano perfettamente combacianti. In altre parole, dovresti puntare più a pensare come google e migliorare il sito per google, non tanto per i valori che influiscono sulla zoom authority o sul rank di una piattaforma. Detto questo, vediamo più in dettaglio in cosa consiste.
Se usi SeoZoom il parametro è chiamato Zoom Authority, se usi Semrush è il “Semrush rank”, mentre Ubersuggest ti da un punteggio seo on-site. Nel caso di SeoZoom, un buon sito in media ha almeno 35/40 ZA, che è calcolata in base a 4 fattori: traffico, trust, stability e opportunity. Trust è il livello di fiducia che google da al tuo sito. La stability, invece, è calcolata in base a quante parole chiave hai posizionato nelle prime pagine. Infatti, se la maggior parte delle tue keyword sono posizionate bene, riceverai comunque una buona dose di traffico organico perché continuerai ad apparire tra le prime pagine, anche in caso di qualche piccola variazione negativa. Se invece le tue parole chiave sono quasi tutte in pagina 5 o 6 e solo alcune nelle prime, la tua stabilità è scarsa, perché ti può bastare una variazione di posizione di quelle poche keyword posizionate bene per avere risultati completamente diversi in termini di traffico. Opportunity è la potenzialità di crescita del tuo sito nei mesi a venire.
Analisi backlinks
I backlink sono i link che puntano al tuo sito. Possono essere interni o esterni: quelli interni li metti tu mentre scrivi un articolo, mentre quelli esterni provengono da altri siti. Orientativamente dovresti sempre inserire uno o due link interni in ogni articolo, in modo che il lettore sia invogliato a proseguire la sua permanenza nel tuo sito e allo stesso tempo google vede che nel tuo blog ci sono argomenti correlati tra loro e che per la parola chiave linkata ci sono approfondimenti.
Riguardo i link esterni, invece, l’attività è più complessa, perché non dipende direttamente da te. Dev’essere un’attività studiata nel lungo termine volta a costruire una vera e propria strategia di link building. Il tema della link building è molto ampio, ma in generale conta che più link hai e più sono autorevoli i siti che ti linkano più migliori il posizionamento (aggiungerei anche che se il sito che ti linka non ha un’infinità di link in uscita tanto meglio).
Tra le strategie di link building ti consiglio:
- guest posting: fare guest posting significa scrivere un articolo per il blog di qualcun altro, con un link al tuo blog. E’ una strategia che non teoricamente è ben vista da google, ma in realtà se fatto coscienziosamente non c’è nulla di male. Con questo voglio dire che in caso di tematiche affini, o in caso conosci personalmente un altro blogger, rappresenta un modo a mio parere benefico per entrambi per migliorare il traffico ai due blog.
- miglioramento broken link e no-follow: in alcuni casi potrebbe arrivarti link building organica, ossia alcune pagine potrebbero mettere un link al tuo sito perché è piaciuto e perché vogliono realmente indirizzare i lettori a un tuo articolo, ma sbagliano a inserire il link o mettono un link no-follow. Nel primo caso, si perde completamente il collegamento quindi non avrai né il “punteggio” (link juice) generato dal mancato backlink né i lettori avranno possibilità di andare sul tuo sito; nel secondo caso, i lettori potrebbero atterrare sul tuo sito se cliccano, ma la parte di “guadagno” in termini seo si perde, perché non passa in presenza di no-follow (quando un sito mette un link a un altro sito, passa una parte di trust al sito linkato, ma questo non avviene se il link è categorizzato no-follow>”non seguire”).
- menzioni social: i social di per sé hanno link no-follow, però se il tuo articolo diventa virale sui social avrai comunque un’ottima fonte di provenienza di lettori (ho letto da qualche parte che in tal caso google ti premia comunque, ma devo ancora verificare)
Altri consigli per il back linking
- puntare a fare backlink per long-tail keywords: fai in modo che le parole chiave in cui sono inseriti i backlink siano keyword a coda lunga
- puntare a topic correlati: cerca di non focalizzarti su un unico articolo ma anche di potenziare quelli correlati
- usare infografiche, gif e dati numerici, in modo da posizionarti anche su google images o se sei particolarmente “fortunato” anche nel Featured snippet
- non ti dimenticare i link interni, da usare sempre sulle keyword da indicizzare
- meglio se il link è nella parte superiore della pagina, in un testo ben leggibile
Check errori del sito – Seo tecnica
Tra le attività da fare durante un’analisi SEO c’è sicuramente anche il controllo di eventuali errori del sito e delle pagine da migliorare. Quest’attività la puoi fare praticamente solo attraverso le piattaforme che ti ho segnalato, o meglio: alcuni plugin possono segnalarti errori, ma fare un double check con seozoom o semrush ti porta sempre a nuove scoperte! Ad esempio, assicurati di non avere più di un H1 nella stessa pagina, piuttosto che font troppo piccoli, elementi visivi che si sovrappongono e via dicendo.
Diciamo che puoi impegnarti quanto vuoi nell’ottimizzazione dei contenuti ma se ti perdi negli errori di funzionamento o di usabilità sprechi in parte le tue fatiche, perché senza quegli errori potresti ottenere risultati migliori.
Il check degli errori potrebbe essere considerato parte di quella che è un’attività più complessa e completa di SEO audit tecnica. Ecco le attività di SEO audit da fare:
SEO AUDIT – LE 9 COSA FARE
- Migliorare la velocità di caricamento del sito: da prendere in considerazione hosting, immagini, web cache, https. Per testarla puoi usare siti come webpagetest.org
- Mobile friendly: ad oggi indispensabile! Controllala su search.google.com/test/mobile-friendly
- Migliorare UX: crea un design riconoscibile, facile da consultare, con elementi distintivi, Call to Action chiare e visibili e con un albero di navigazione utile. Ad esempio, posiziona le pagine più strategiche (ad esempio di conversione) ad 1 click dall’homepage + costruisci categorie e sottocategorie
- Migliorare crawling budget: scegli le risorse da scansionare, non tutte potrebbero essere utili; riduci il peso delle pagine, inserisci link per velocizzare l’indicizzazione
- Controllare e risolvere 404: puoi utilizzare Search Console. Se ci sono backlink a quella pagina, metti un redirect 301, altrimenti lascia 404.
- Controllare e risolvere link rotti
- Redirect 301/302: la 301 permette di trasmettere la link juice maturata, la 302 è utile in caso di spostamenti temporanei. Tra i tool ti consiglio “screaming frog SEO spider”
- Controllare e risolvere thin content: le pagine vuote sono inutili e/o penalizzanti. Cerca di non avere pagine con pochi contenuti quindi o aumenti il contenuto presente o le elimini del tutto.
- Controllare e risolvere contenuti duplicati: rischi di essere penalizzato. Controllali con siteliner.com
Analisi keyword
Per migliorare i contenuti già esistenti o per scrivere nuovi contenuti è sempre consigliata un’attività di analisi parole chiave in modo da scegliere la parola chiave più performante. Perché una parola chiave sia performante deve essere poco competitiva ma al tempo stesso molto ricercata. Su seozoom, ad esempio, devi prendere in considerazione la keyword difficulty e la keyword opportunity. La KD deve essere il più bassa possibile (ma non superare mai 50) e la KO più alta possibile.
Se utilizzi la versione gratuita di seozoom avrai poche ricerche a disposizione quindi principalmente ti conviene a intuito cercare le parole chiave e controllare qual’è la migliore. Se invece puoi usare la versione a pagamento, SeoZoom ti offre anche le parole chiave simili/correlate suggerite, in modo da poter optare per una keyword che abbia lo stesso intento di ricerca ma performi meglio. E’ uno strumento a mio avviso davvero efficace, che può influire tanto sulla seo del tuo articolo e di conseguenza del tuo blog.
Quest’attività te la consiglio quindi non solo per la scrittura ma anche per la revisione dei contenuti. Se ad esempio alcuni articoli li hai scritti tempo fa e non facevi un’analisi delle parole chiave prima di scriverli, può essere utile pensarci!
Un dato interessante che ti fornisce seozoom è quello delle keyword posizionate ma non inserite nel testo (lista presente sull’analisi della pagina). Il mio consiglio è quello di ottimizzarle aggiungendole nei tuoi contenuti.
Come scegliere la keyword
- individua il macrotema. Se non sai ancora da dove partire puoi anche utilizzare strumenti come google trends per trovare argomenti particolarmente diffusi che potresti sfruttare
- ampliamento tematiche e topic simili: cerca di approfondire il tema per individuare l’argomento migliore. Partendo dal macrotema, puoi usare mappe mentali/schemi per arrivare a topic correlati o anche gli stessi strumenti seozoom per trovare indicazioni di potenziale da sfruttare. Ad esempio, magari sei partito dal macrotema “SEO”, poi mappi tutti i tipi di SEO fino ad arrivare al “SEO off-site”.
- raccolta delle domande e code lunghe: le code lunghe vanno usate non solo per scegliere le keyword ma anche per i contenuti. Cosa vuol dire? Vuol dire che può essere utile creare contenuti specifici che a partire dalle domande che fanno gli utenti su google arrivano a trattare un tema nel dettaglio, piuttosto che un argomento molto più ampio senza scendere nei particolari.
- scremare dati: una volta che hai individuato qualche alternativa, cerca di scegliere prendendo in considerazione sia il potenziale della keyword a livello di performance nel posizionamento sia il valore per l’utente. Cosa intendo? Prova a metterti nei panni di una persona comune che trova il tuo articolo nei risultati e cerca di immedesimarti. Quale keyword – tra quelle selezionate – sarebbe più interessante da cliccare? Qual è l’intento che sta dietro la ricerca? Infine, se conosci il tuo target puoi anche prendere in considerazione i dati anagrafici (età media, sesso, interessi, località) per trovare keywords più adatte.
Ricerca competitor
Infine è molto utile fare una ricerca competitor per capire qual è il tuo mercato, contro chi ti stai “battendo” per il posizionamento dei tuoi contenuti e cosa dovresti fare per migliorarli.
Usare seozoom non sempre è utile per questo scopo, perché devo dire che tra i risultati inserisce anche siti poco comparabili al tuo, però ogni tanto qualche suggerimento c’è. Il mio consiglio è di fare scouting anche in prima persona, cercando blog simili al tuo sia su google che attraverso la ricerca di parole chiave. Infatti, quando fai l’analisi keyword è possibile vedere quali altri siti sono posizionati per quella parola chiave. Da lì puoi trovare molti siti che propongono contenuti simili.
Cosa fare dopo aver cercato i competitors
Una volta che hai trovato siti simili che puoi considerare competitor/concorrenti, ti consiglio di fare la stessa analisi presentata fin’ora anche per loro. Così puoi scoprire dove sono forti, su cosa stanno puntando e quale strategia stanno usando, quali sono i loro punti di debolezza (e in tal caso sfruttarli a tuo favore).
Di per sé le metriche di analisi che ti ho dato sono poco chiare se non sei un mega esperto in materia (come n. backlink etc), ma se compari i tuoi risultati a quelli di qualcuno che un minimo conosci (non dico per forza di persona ma anche solo di fama) è qualcosa molto produttiva per capire qual è la distanza tra voi, quale potrebbe essere il tuo potenziale e quanto devi crescere per ottenere buoni risultati.
Addirittura, sempre attraverso seozoom puoi fare un confronto keyword totali dei diversi siti, in modo anche da capire quali sottotemi gli altri hanno scritto e tu invece ancora non hai trattato.
L’analisi dei competitor è utile anche per la link building, perché scoprendo da chi si fanno linkare i siti simili al tuo puoi avere nuove idee per la tua stessa strategia.
I miei consigli sull’analisi seo sono terminati, ma puoi scrivermi per dubbi o chiarimenti 🙂
1 Comment
Davvero un ottimo sito collega! Hai spiegato brevemente quello che succede con la SEO.