Perché aumentare la consapevolezza di noi stessi? Per poter vivere al massimo delle nostre capacità, in linea con chi siamo e in pace con noi stessi. Oggi vi spiego come.
Ci sono due modi di vivere: sopravvivere o prosperare. Sopravvivere significa limitarsi, eliminando il rischio di rovina. Significa soddisfare il nostro bisogno primordiale di avere cibo, una casa e della compagnia. Prosperare è un’altra cosa: è provare ad andare oltre all’esperienza di tutti i giorni mettendo da parte la paura e seguendo il desiderio.
Correre per evitare di essere sbranato da un leone nella Savana è un atto ispirato dalla paura. E’ qualcosa che il tuo corpo è condizionato a fare perché se non lo facesse i tuoi geni si estinguerebbero. Allo stesso modo, quando hai fame o hai bisogno di sentirti al sicuro, il tuo corpo ti comunica degli impulsi per spingerti a prenderti cura di te. Questo è quello che spinge l’evoluzione attraverso una selezione naturale: se non hai la capacità di sopravvivere in un particolare contesto, il patrimonio genetico del tuo corpo non verrà passato alla prossima generazione.
E’ un concetto semplice e quasi fuori tempo ormai. Noi oggi siamo fortunati, non abbiamo bisogno di preoccuparci del rischio di diventare pasto per un leone. E anche se la povertà e le condizioni di vita avverse sono ancora piuttosto diffuse in molte parti del mondo, la maggior parte di noi non si sveglia preoccupandosi se sopravviverà al domani. Ma è abbastanza? Vivere giorno dopo giorno, semplicemente sapendo che sopravviverai un giorno in più?
I nostri bisogni innati
Oltre alla selezione naturale, l’evoluzione opera anche attraverso la selezione sessuale. Mentre la selezione naturale è una competizione tra diverse specie su risorse e territorio per determinare chi sopravvive, la selezione sessuale è una competizione sulle possibilità riproduttive individuali. Perché l’evoluzione possa funzionare non basta sopravvivere.
Dobbiamo anche provare a crescere e prosperare e fare conto con la pressione evolutiva. Per questo c’è chi compra vestiti costosi di cui non ha bisogno o macchine vistose che non guiderà: entrambe queste cose mostrano agli altri parte del loro valore come potenziali compagni e questo valore è ciò che gli potrebbe permettere di riprodursi.
In realtà è tutto più complicato di come viene presentato qui, ma l’idea al centro rimane: abbiamo un bisogno innato di soddisfare i nostri bisogni di sopravvivenza e allo stesso tempo abbiamo un desiderio più profondo di fare qualcosa di più di noi stessi, per poter avere successo nel mondo in cui viviamo. E questo è quello che ci fa sentire in linea con il nostro potenziale, con il nostro vero essere. Per alcuni significa scalare la vetta del successo o guadagnare più della media, ma per la maggior parte delle persone significa semplicemente mettersi alla prova per essere quello che dentro di sé ci si sente davvero.
Come disse Abraham Maslow:
“A musician must make music, an artist must paint, a poet must write, if he is to be ultimately at peace with himself. What a man can be, he must be”
La consapevolezza al centro di tutto
Se per sopravvivere dobbiamo prenderci cura di noi e del nostro corpo, per andare oltre alla sopravvivenza dobbiamo fare i conti con la nostra consapevolezza, per prenderci cura della nostra sanità mentale.
Ogni giorno i nostri sensi sono stimolati da migliaia di luci artificiali, rumori e odori delle città in cui viviamo e dei posti dove lavoriamo. I digital media ci riempiono di molte più informazioni di quelle che siamo in grado di assorbire e comprendere, di cui una parte false o semplicemente inutili. L’abbondanza di per sé non è nociva, ha i suoi benefici. Ma il problema è che se non si sa come gestire tutto questo (cosa che molti di noi non sanno) le nostre menti vanno in conflitto tra loro e sprecano energie per far quello che realmente vogliono.
Ci son persone che si ritrovano davanti a quesiti esistenziali molto più grandi di quello che dovrebbero essere e che attribuiscono a questi quesiti la loro inabilità a fare quello che vorrebbero. Ad esempio, daranno la colpa all’azienda per la quale lavorano per la mancanza di competenze e qualifiche nella loro vita. Solo in parte cercheranno strumenti diversi per migliorare la loro produttività o cambieranno il loro stile di vita.
Spesso questo modo di fare è un sintomo di un problema molto più profondo che non vogliamo affrontare ma che inconsciamente la nostra mente sa che è lì. Inizialmente usiamo falsi motivi per aggrapparci a qualcosa ma alla lunga entreremo per forza in uno stato di insicurezza e instabilità.
La domanda è: cosa possiamo fare a riguardo? E la risposta è semplice e frustrante allo stesso tempo. Coltivare la nostra consapevolezza.
Come aumentare la consapevolezza
Coltivare e aumentare la nostra consapevolezza significa diventare i terapisti di noi stessi. Dobbiamo entrare in contatto con quello che abbiamo dentro, ascoltarci ed essere onesti con noi stessi. Se ci guardiamo in giro, è molto facile trovare persone che ci promettono di guidarci e aiutarci, ma la verità è che l’unica persona che può prendersi cura di noi stessi in modo continuativo è quella che vediamo nello specchio. E’ l’unica persona che sta sempre guardando e ascoltando ed è l’unica persona che può fare qualcosa di concreto in base ai nostri stessi feedback.
Ci guardiamo intorno e vediamo mille informazioni diverse e mille risposte, ma se guardiamo bene siamo anche in grado di trovare quelle più adatte a noi, che son lì pronte ad aspettarci. Dobbiamo solo avere il coraggio di farle nostre.
Per aumentare la consapevolezza ci son persone che fanno di tutto: meditazione, supporto di amici o familiari o supporto di figure professionali. Ma la vera consapevolezza nasce dall’osservazione della nostra esperienza emozionale. Dobbiamo guardarci dentro in modo chiaro e oggettivo e a volte accettare quello che vediamo anche se non vorremmo. E solo dopo decidere cosa farne di tutto questo.
Una volta che si schiarisce il cuore del problema dentro di noi potremo trovare la soluzione facendo nostre le informazioni del mondo esterno. E questo costruisce le basi per un terreno fertile per la nostra abilità di crescere e prosperare.
L’abbondanza di stimoli e informazioni è un bene, ma solo se riusciamo a sfruttarne il potenziale. La differenza più grande tra le persone ad oggi non è tanto l’accesso alle risorse ma è più quella tra chi sa come usare gli strumenti per fare chiarezza e regolare la propria realtà emozionale e chi no. E questa differenza ha le sue radici in un’unica cosa: il saper prendere una responsabilità.
Questo articolo è tratto da un post di Zat Rana